L'estate scorsa, agosto 2024, mia moglie ed io abbiamo effettuato un viaggio in camper nei Paesi Bassi per visitare, in particolar modo, la capitale Amsterdam.
Tra le varie attrazioni turistiche e culturali che abbiamo potuti vedere non poteva mancare la visita al Van Gogh Museum, una tappa che attira ogni anno 1 milione e mezzo di visitatori da tutto il mondo.
Vincent Van Gogh è stato sicuramente uno degli artisti più famosi di tutta l'Olanda e in questo museo sono presenti la maggior parte delle sue opere. Impossibile restare senza emozioni davanti ai suoi paesaggi, ai suoi girasoli, ai suoi autoritratti.
MUSEO VAN GOGH AMSTERDAM
di Pio Rotondo
Situato nel quartiere dei Musei (Museumplein), a poca distanza dal Museo Nazionale (Rijksmuseum), il Van Gogh Museum ospita la più ampia collezione al mondo delle opere del pittore olandese Vincent Van Gogh.
Il Museo è costituito da due edifici interconnessi: l'edificio principale e l'ala nuova. Fu inaugurato nel 1973 per ospitare le opere di proprietà del fratello minore del pittore, il mercante d'arte Theo, e, ad oggi, custodisce circa 200 dipinti, 550 fra disegni e acquarelli e numerose lettere di Vincent Van Gogh, ma anche opere di pittori contemporanei suoi amici.
La collezione permanente del Van Gogh Museum è organizzata cronologicamente in cinque periodi che riproducono l'evoluzione artistica di Van Gogh che fu fortemente influenzata dai suoi soggiorni in Olanda, Parigi, Arles, Saint-Remy e Auvers-sur-Oise.
La vita e le principali opere in esposizione
Prima sogno i miei dipinti,
poi dipingo i miei sogni. Vincent Van Gogh
Vincent van Gogh nacque il 30 marzo 1853 a Zundert nei Paesi Bassi.
Figlio di un pastore protestante, fu un bambino solitario e frequentò la scuola, apprendendo diverse lingue e l'arte del disegno, ma la frequentazione era molto irregolare, finché a quindici anni, anche per le difficoltà finanziarie della famiglia, non la abbandonò definitivamente.
Così nel 1869, a sedici anni, Vincent iniziò a lavorare presso una nota casa d'arte a l'Aja come mercante d'arte.
Questa esperienza portò Vincent a Bruxelles, poi a Londra e Parigi, ma poco dopo venne folgorato da una ricerca di tipo spirituale, iniziò a studiare teologia e predicare la Bibbia.
Tuttavia, la sua lettura del Vangelo era troppo radicale e questo lo obbligò ad abbandonare questa esperienza; un fallimento che lo portò a cadere in una depressione da cui ne uscì solo grazie all'arte.
Olanda (1880 - 1885)
Ritornato in Olanda, Vincent van Gogh iniziò a dipingere a 27 anni.
Visse due anni a Nuenen (dal dicembre 1883 al novembre 1885). Disegnava e dipingeva soprattutto tessitori e contadini nei campi, ma andava anche molto spesso in giro, per osservare il paesaggio che lo circondava.
Qui nacque il suo primo capolavoro: "I mangiatori di patate".
Vincent Van Gogh I mangiatori di patate
1885
Olio su tela - cm. 82x114
Nonostante le aspre critiche dei contemporanei, è ritenuto il primo capolavoro di Van Gogh.
Il pittore rappresenta la dura realtà di una modesta famiglia contadina olandese, che, riunita intorno al tavolo di sera, con una debole luce proveniente dalla lanterna appesa al soffitto, si nutre dei frutti del proprio lavoro.
I toni bruni dominanti sulla tela sono quelli della terra e della buccia di patata.
Al termine dell'opera Van Gogh fu allontanato dal villaggio di Nuenen, perché sospettato di aver messo incinta la contadina Gordina de Groot, riconoscibile nella donna con la forchetta in mano.
Parigi (1886 - 1888)
Nel 1886, Van Gogh partì improvvisamente per Parigi, per andare dal fratello minore Theo dal quale dipendeva economicamente. Ebbe così l'opportunità di conoscere importanti artisti impressionisti, quali: Henri Toulouse-Lautrec, Camille Pissarro, Georges Seurat e, naturalmente, Paul Gauguin. Pur non accettando pienamente le teorie avanzate dagli impressionisti, la sua pittura si arricchiva, e diventava densa, spessa, brillante.
Ma la sensibilità di Vincent dovette scontrarsi con la durezza dell’ambiente artistico e commerciale di Parigi, che mise a dura prova il suo equilibrio già precario.
Vincent Van Gogh Autoritratto con cappello di feltro grigio
1887
Olio su tela – cm. 44x37
Realizzato nell'estate del 1887 durante il soggiorno nella Ville Lumière, in questo piccolo autoritratto, lo sguardo magnetico di Vincent fa capolino tra i rapidi colpi di pennello.
In questo lavoro si nota che Van Gogh, a Parigi, aveva studiato la tecnica del puntinismo – che consiste nella presenza di tanti puntini accostati di colori complementari - e che l'aveva poi applicata in un modo del tutto personale.
Vincent Van Gogh Agostina Segatori al Café Le Tambourine
1887
Olio su tela – cm. 55x47
Modella, di origine italiana, proprietaria del Cafè Le Tambourine di Montmartre e per breve tempo fidanzata di Van Gogh, Agostina è dipinta come una disinibita bohémienne, con birra e sigaretta.
Vincent Van Gogh Giardino a Montmartre con coppie
1887
Olio su tela - cm. 75x113
Il giardino è un soggetto molto amato da Van Gogh, che qui interpreta con originalità la tecnica del Puntinismo, attraverso lievi pennellate di forma e lunghezza variabile.
L'effetto è di radiosa serenità, influenzato probabilmente dalla relazione che l'artista intrattenne a Parigi con Agostina Segatori.
Vincent Van Gogh Giapponeseria: Oiran
1887
Olio su tela – cm. 35x60
Questa produzione è stata ispirata dalle stampe giapponesi che iniziarono a circolare in Europa nella seconda metà del diciannovesimo secolo, quando si aprirono gli scambi commerciali tra l'Occidente e il Giappone.
Nonostante non avesse mai viaggiato in oriente, Van Gogh nutriva una forte fissazione e ossessione per l'arte giapponese. In un breve lasso di tempo accumulò una collezione circa 600 stampe, esponendole nella primavera del 1887 al Café du Tambourin, un popolare luogo di incontro per artisti d'avanguardia.
L'opera, ispirata alla copertina della rivista "Paris Illustré", ritrae una figura femminile, una cortigiana, vestita con un kimono finemente decorato che si staglia su un fondo giallo brillante.
Il rettangolo che la contiene è circondato da una scena di un tranquillo stagno, dove si nota un canneto a destra, una piccola rana sotto e due gru a sinistra.
La presenza di questi uccelli ha anche un significato allegorico. Il termine francese "grue", infatti, è anche utilizzato come soprannome ironico per le prostitute. In questo modo la donna dipinta da Van Gogh può essere considerata come una Oiran, cioè una Cortigiana.
Arles (1888 - 1889)
Nel 1888, Van Gogh si trasferì ad Arles, in Provenza, alla ricerca di un luogo che potesse infondergli calore e pace, ma anche con l'intento (mai concretizzato) di costituire una comunità di artisti che vivessero e dipingessero insieme.
Sarà in questo periodo che produrrà alcune tra le sue migliori opere.
Nel paesaggio caldo e assolato del sud della Francia, creò molti capolavori che interruppero i toni scuri dei periodi precedenti. Scoprì la violenza dei colori accesi, primo fra tutti il giallo, per lui il simbolo dell'amore, e poi il rosso e il verde, simboli delle passioni umane.
In questo periodo visse insieme a Gauguin per due mesi, lavorando con lui fianco a fianco.
Vincent Van Gogh La casa gialla
1888
Olio su tela – cm. 72x91
La casa raffigurata nel dipinto era la residenza di Van Gogh ad Arles, dove sognava di creare una comunità di artisti.
Van Gogh affittò solo una parte della casa. Il suo appartamento era composto da uno studio e una cucina al piano terra e due piccole camere da letto al piano superiore, una per sé e l'altra per il suo amico in visita, Paul Gauguin.
Stupito dalla luce della Provenza, Van Gogh la trasportò nel quadro attraverso sfumature intense e brillanti, facendo apparire la casa come se fosse immersa nel chiarore del sole.
Vincent Van Gogh La camera di Vincent ad Arles
1888
Olio su tela – cm. 72x90
Mentre era ad Arles, un mese dopo "La casa gialla", Van Gogh realizzò questo dipinto della sua camera da letto appena arredata. Era affascinato dalla semplicità, sia nell'arredamento della stanza che nella resa in linee quasi esclusivamente rette.
Dell'opera ne furono realizzate tre versioni distinte: la prima è esposta al Museo Van Gogh di Amsterdam
Ma durante il soggiorno ad Arles si verificò un peggioramento delle sue precarie condizioni mentali.
Il rapporto con Gauguin diventò presto difficile, e finì per inasprirsi, le divergenze artistiche si facevano sempre più pesanti. Il 23 dicembre 1888, Van Gogh, disperato, giunse a un estremo gesto di autolesionismo tagliandosi un orecchio dopo avere minacciato Gauguin con un rasoio.
Il giorno dopo Gauguin partì da Arles, lasciando Vincent da solo e in preda alla sua disperazione. È la fine della collaborazione tra i due.
Vincent Van Gogh La sedia di Gauguin
1888
Olio su tela – cm. 90x72
Van Gogh, anima fragile e sofferente, poco prima di sottoporsi alle cure psichiatriche nell'ospedale di Saint-Rémy de Provence decise di ricordare il suo caro amico con il quale aveva trascorso gli ultimi due brevi, ma intensi mesi nella Casa Gialla, e la sedia mostra "il posto lasciato vuoto".
L'ambiente è notturno. Sulla sedia è possibile ammirare una candela accesa ed un libro, che sono indicati come i simboli della cultura e dell'ambizione.
Vincent Van Gogh Girasoli
1889
Olio su tela – cm. 95x73
Quest'opera celeberrima appartiene ad una serie composta da sette opere detta la "Serie dei girasoli di Arles", e che furono realizzate per decorare la camera che Van Gogh aveva preparato, nella casa gialla di Arles, per il pittore Paul Gauguin.
Tutti i dipinti raffigurano un mazzo di girasoli all'interno di un vaso, ma nelle diverse versioni i numeri dei fiori cambiano.
Per Vincent i girasoli rappresentavano la gioia di vivere e il sole del sud.
Saint-Rémy (1889 - 1890)
Vincent Van Gogh Vaso con iris
1890
Olio su tela - cm. 92x73
Non c'è blu senza giallo
e senza arancio. Vincent Van Gogh
Dopo il drammatico gesto di autolesionismo col quale si recise un orecchio, per Van Gogh iniziò una spirale di follia che lo indusse volontariamente a farsi ricoverare alla Saint Paul de Mausole, una clinica di malattie mentali a Saint-Rémy de Provence, accolta all'interno di un antico convento, dove vi restò per più di un anno.
Contrariamente a quanto si possa pensare, fu per lui un periodo di serenità; aveva un suo atelier era molto ammirato dal personale ed era il solo paziente che poteva uscire dalla struttura.
Disegnava, dipingeva, e manteneva una fitta corrispondenza con il fratello Theo; si sentiva protetto e al sicuro.
Fu nella sua piccola stanza d'ospedale che visse un periodo produttivo, un periodo importante nella sua vita d'artista durante il quale realizzò numerosi dipinti.
Vincent Van Gogh Ramo di mandorlo
1890
Olio su tela – cm. 73x92
Questo delicato quadro fu dipinto come dono per la nascita del nipotino Vincent, figlio del fratello Theo.
La tenerezza dei fiori e il cielo turchese sono uno sprazzo di primavera nell'ospedale psichiatrico di Saint Paul-de-Mausole, dove l'artista era ricoverato.
L'assenza di prospettiva, il soggetto e le linee sinuose richiamano le stampe giapponesi amate da Van Gogh.
Auvers-sur-Oise (1890)
Dopo poco più di un anno, dichiarato guarito, stanco di stare nel manicomio e desideroso di tornare al nord, Van Gogh si trasferì a Auvers-sur-Oise, un grazioso villaggio immerso nel verde non lontano da Parigi, dove visse fino alla sua morte.
Sembrava che avesse recuperato un nuovo stato di serenità. Era di buon umore e un altro crollo mentale non sembrava essere all'orizzonte.
Eppure, fu a Auvers che Vincent decise di porre fine alla sua vita. Il 27 luglio 1890, si sparò un colpo di pistola in petto in un campo. Barcollò fino alla sua locanda, dove cercarono di curarlo. Il fratello Theo lo raggiunse da Parigi, ma non c'era nulla che potesse fare.
Vincent morì due giorni dopo per le ferite, con Theo al suo fianco, a soli 37 anni.
Oggi, è sepolto nel locale cimitero.
Vincent Van Gogh Campo di grano con volo di corvi
1890
Olio su tela - cm. 50x103
In passato considerato l'ultimo lavoro di Van Gogh, il "Campo di grano" è stato letto come un presagio del suo prossimo suicidio. L'autore ha riversato tutta la disperazione, la rabbia, la solitudine che lo tormentavano.
Elementi del mondo naturale, che tante volte aveva celebrato con gioia nella sua arte, assumono qui un tono minaccioso: il grano maturo pulsa quasi come un fuoco furioso; in alto, il cielo si oscura ed enormi corvi neri, ridotti a semplici coltellate di vernice, avanzano come portatori di morte; dei tre sentieri accidentati in primo piano, i due laterali scompaiono dalla tela, mentre quello centrale termina bruscamente.
Per un crudele scherzo del destino, sei mesi dopo, certamente oppresso dal dolore, ma più probabilmente a causa di una malattia pregressa, si spense anche il fratello Theo, che in seguito fu sepolto accanto a Vincent.
Nella sua breve vita, Van Gogh è stato incredibilmente prolifico: Ha prodotto più di 900 dipinti e molti altri disegni e schizzi, ma era anche un artista incompreso: in vita riuscì a vendere un solo quadro.
Ma solo poco dopo la sua morte le opere ottennero uno straordinario successo, principalmente per merito della cognata Johanna "Jo" Bonger, moglie di Theo e madre del neonato Vincent, che finì per svolgere un ruolo assolutamente cruciale nella storia di Van Gogh.
A partire dal 1892, solo due anni dopo dalla morte del pittore, realizzò una ventina di mostre nelle maggiori città olandesi, e, inoltre, fece pubblicare in diverse lingue quasi due terzi delle lettere che Vincent aveva scritto al fratello Theo.
Le quotazioni di Van Gogh salirono rapidamente, e la pubblicazione delle lettere, appassionanti come un romanzo epistolare, costituirono fonte primaria di informazioni sull'artista.
Nel 1925 Johanna Bonger morì, lasciando al figlio Vincent Willem i dipinti che andarono a costituire la collezione del Van Gogh Museum di Amsterdam.
"Se oggi non valgo nulla, non varrò nulla nemmeno domani, ma se domani scoprono in me dei valori, vuole dire che li possiedo anche oggi.
Poiché il grano è grano, anche se la gente dapprima lo prende per erba." Vincent Van Gogh