Il giorno 15 dicembre 2023, presso la sede Napoli-Vomero della Comunità di Sant'Egidio, si è svolto un incontro, organizzato dal gruppo "Viva gli Anziani" e presieduto dal Responsabile della sede Mario De Finis, avente per oggetto:
"Il Presepe Napoletano – Storia e Tradizione".
Relatore: Prof. Pio Rotondo.
Il Presepe Napoletano
Storia e Tradizione
di Pio Rotondo
Napoli è una città particolarmente legata alla storia e al culto del Presepe.
Il termine "presepe" deriva dal latino
praesepe o
praesepium che significa "mangiatoia".
San Francesco d'Assisi
Il fondatore del Presepe viene considerato San Francesco d'Assisi, che nel Natale del 1223 fece il primo presepe vivente a Greccio, un piccolo borgo in provincia di Rieti.
Francesco era tornato da poco dalla Palestina ed essendo rimasto molto colpito dalla visita a Betlemme, volle rievocare la scena della Natività in quel luogo che trovava tanto simile alla città palestinese.
Celebrò la Messa in una grotta dove avrebbe fatto costruire una mangiatoia, e vi avrebbe introdotto un bue e un asinello.
I primi esempi di Presepi a Napoli
A Napoli, il primo simbolo della natività lo vediamo nel 1340: "La Vergine puerpera".
La Vergine puerpera.
1340
Napoli - Museo San Martino
Raffigura la Madonna, a grandezza naturale, dopo il parto, distesa sul letto, con la mano sul ventre.
Il volto è dolce, umano. È una donna serena che ha partorito.
L'opera è in legno policromo, decorato in rosso, verde e bianco.
L'opera fu regalata dalla regina Sancia D'Aragona, moglie del Re di Napoli Roberto D'Angiò, alle monache Clarisse.
Attualmente la statua è conservata presso il Museo Nazionale San Martino di Napoli.
Altro importante Presepe è quello di San Giovanni a Carbonara.
Giovanni e Pietro Alemanno
Presepe di San Giovanni a Carbonara
1478
Napoli - Museo San Martino
È un Presepe a grandezza naturale intagliato nel legno.
Composto di 14 figure, ma probabilmente qualcuna è andata persa, infatti manca il bambino, di cui 13 riguardano la natività, e la quattordicesima rappresenta un nobile, forse il committente
Un'opera unica nel suo genere, merito di due artigiani, i fratelli Giovanni e Pietro Alemanno.
Originariamente esposto nella chiesa di San Giovanni a Carbonara, successivamente è stato spostato alla Certosa di San Martino.
San Gaetano da Thiene
La consuetudine di allestire presepi nelle chiese iniziò a diffondersi rapidamente in tutto il Regno di Napoli, ma il vero inventore del presepe napoletano, così come lo conosciamo, è stato San Gaetano da Thiene.
Cosimo Fanzago
Statua di San Gaetano da Thiene
1664
Napoli - Piazza San Gaetano
Realizzata in metallo, è collocata su un basamento marmoreo del XVII secolo. Il Santo è rappresentato intento a rivolgere le braccia verso i fedeli.
Arrivato a Napoli nel 1534, il santo vicentino, ma napoletano di adozione, decise di andare oltre la rappresentazione della sola natività, e diede maggior valore anche al resto dello scenario, riempendolo di personaggi di estrazione popolare: lavandaie, calzolai, e altri personaggi. Erano persone che lo stesso San Gaetano osservava passeggiando per i vicoli di Napoli.
Nel 1600 il Presepe a Napoli subì notevoli trasformazioni.
La sua collocazione che era esclusiva nei luoghi di culto si trasferiva anche agli allestimenti nelle case private.
La dimensione delle statuine cominciò a diminuire passando prima a circa 70 cm. e successivamente a circa 40 cm.
Anche la loro composizione si modificò. Il legno veniva utilizzato esclusivamente per la testa e gli arti dei personaggi, mentre il tronco era formato di stoppa e filo di ferro, per dare una maggiore plasticità alla figura, che veniva vestita con abiti di stoffa. Successivamente, anche per la testa e gli arti, il legno venne sostituito con la terracotta.
Il Settecento e l'Ottocento
Eventi storici del periodo
Carlo di Borbone
Carlo di Borbone instaurò a Napoli la dinastia borbonica. In seguito alla guerra di successione polacca, gli spagnoli conquistarono il regno di Napoli e il regno di Sicilia tra il 1734 e il 1735.
Sovrano molto amato dal popolo, fu il protagonista di un periodo di grande sviluppo culturale a Napoli. Il suo obiettivo era quello di portare la città al livello delle grandi capitali europee.
Durante il suo governo, il Regno di Napoli acquistò un'entità autonoma, una nazione indipendente e sovrana, dopo oltre due secoli di soggezione a potenze straniere.
Napoli divenne una grandissima capitale europea, sicuramente, e di gran lunga, la più importante città in Italia.
Nel 1759, Carlo di Borbone lasciava il trono di Napoli per quello di Spagna assumendo il nome di Carlo III. Il figlio terzogenito Ferdinando divenne Re di Napoli col nome di Ferdinando IV, e Re di Sicilia col nome di Ferdinando III.
Pur proseguendo la linea del padre, fu una figura di minore spessore dal punto di vista politico e storico.
Nel 1789, sulla scia della filosofia illuministica, e con l'appoggio della Massoneria, scoppiò la Rivoluzione Francese che terminò nel 1799.
L'Illuminismo fu un movimento filosofico fondato sull'uso della Ragione: "Solo essa può illuminare le menti".
Sull'onda della Rivoluzione Francese, nel 1806, le truppe Napoleoniche invasero Napoli. Re Ferdinando riparò in Sicilia.
Le guerre napoleoniche che seguirono la Rivoluzione Francese avevano lo scopo di diffonderne gli ideali sul continente europeo. Erano ideali anticlericali: furono sciolti Congregazioni e Ordini religiosi; si subirono le spoliazioni napoleoniche, una serie di sottrazione di beni, in particolare opere d'arte, attuate dall'esercito francese o da funzionari napoleonici.
Dopo la definitiva sconfitta di Napoleone, le potenze vincitrici, nel 1814, si riunirono in Congresso a Vienna per ricostruire l'ordine sociale e politico che era stato sconvolto.
Il Regno di Sicilia fu unito al Regno di Napoli in un solo Stato chiamato Regno delle Due Sicilie con Napoli capitale e con re Ferdinando IV che assunse la nuova denominazione di Ferdinando I delle Due Sicilie.
A lui seguirono fino al 1860, anno in cui il Regno delle Due Sicilie fu annesso al Regno di Sardegna, Francesco I (1825-1830), Ferdinando II (1830-1859) e Francesco II (1859-60), ultimi sovrani che guidarono il regno meridionale d'Italia, prima dell’Unità.
Nel 1700 la tradizione del presepe raggiunse l'apice della fama. È il periodo d'oro per lo sviluppo del Presepe Napoletano, grazie anche all'impulso di Re Carlo di Borbone.
Il Presepe, ormai, era la rappresentazione della natività ambientata nella Napoli del '700.
Cambiarono i committenti: non più soltanto i religiosi, ma anche i ricchi e i nobili. Gli artigiani napoletani realizzavano statuette di vario tipo, personaggi di vita quotidiana che sono rimasti nel tempo, fino ai nostri attuali presepi.
Se la moda del presepe raggiunse i suoi livelli di massimo splendore nel 1700, a partire dal 1800 invece, anche a causa della creatasi situazione storica, essa iniziò ad affievolirsi. Tantissime costruzioni esistenti furono smontate, vendute o disperse. Sono poche le realizzazioni sopravvissute fino ai giorni nostri.
Il Presepe Cuciniello
Tra i presepi napoletani del '700, il più conosciuto è il Presepe Cuciniello.
Michele Cuciniello, laureato in architettura, e interessato a varie discipline, in pieno Ottocento, iniziò a collezionare pastori (statuine del presepe) del '700, e, dopo l'unità d'Italia, donò la collezione alla città di Napoli.
La sua raccolta di piccole sculture fu collocata in una apposita scenografia presepiale, alla quale lo stesso Cuciniello collaborò, presso il Museo di San Martino, dove tutt'oggi si può ammirare.
Presepe Cuciniello
Napoli - Museo San Martino
Lo "scoglio" del presepe Cuciniello è scandito in tre parti, che corrispondono ai tre episodi tradizionali che compongono la storia del presepe: a sinistra, il luogo dell'annuncio ai pastori; al centro, la natività; a sinistra, la taverna.
L'episodio dell'annuncio è collocato in un ambiente popolato da contadini e pastori intenti alla loro attività, quale si poteva vedere nei dintorni di Napoli.
Gli angeli scendono dall'alto e danno la notizia della nascita del Redentore.
La Natività avviene, secondo la tradizione settecentesca, in un rudere di tempio romano. Ciò corrispondeva all'idea che la nascita del bambino in un tempio pagano diroccato, voleva simboleggiare il trionfo del Cristianesimo sulle Religioni pagane dell'Impero Romano.
La Taverna è in una casa a due piani. Allude all'episodio, riportato anche nelle sacre scritture, del viaggio di Maria e Giuseppe alla volta di Betlemme, allorquando alla ricerca di un ricovero per la notte furono rifiutati da tutti gli osti incontrati sul loro cammino.
Ma la taverna ha anche il significato di luogo che si contrappone a quello della natività. Nell'immaginario popolare di Napoli e dintorni l'osteria è il luogo dei piaceri, dell'abbondanza di quel cibo sempre sognato dai ceti popolari. Era il luogo ove i viandanti si fermavano per una sosta e per riposare, ma era anche un luogo che godeva di pessima fama, dove gli uomini si abbrutivano, col vino, col gioco delle carte e dove spesso scoppiavano liti furibonde e brillavano le lame dei coltelli per i motivi più diversi.
A Napoli il presepe esprime tutto un mondo. Ogni singola statuina, ogni singolo decoro, ogni luogo nascondono una simbologia che va oltre la semplice raffigurazione della Natività.
San Gregorio Armeno
Napoli e il presepe costituiscono un binomio imprescindibile, non si può conoscere davvero Napoli senza una passeggiata a via San Gregorio Armeno, la via dei Presepi, diventata famosa in tutto il mondo per essere il centro espositivo delle botteghe artigianali che realizzano presepi, statuine e casette di legno e sughero.
Oggi gli artigiani non riproducono solo personaggi della Natività classica, ma anche statuette che ritraggono politici, sportivi e personaggi famosi dell'attualità.
San Gregorio Armeno è una via del centro di Napoli, diventata famosa in tutto il mondo per essere il centro espositivo delle botteghe artigianali che realizzano presepi.
Forse però dovremmo parlare più che di semplici presepi, di vere e proprie opere d'arte.
Per fare una passeggiata a San Gregorio Armeno non è necessario trovarsi a Napoli sotto Natale, è una cosa possibile fare in qualsiasi periodo dell'anno.
Dal Novecento la tradizione presepiale si è affievolita, soppiantata dell'Albero di Natale, ma oggi grandi Presepi vengono regolarmente allestiti in tutte le principali Chiese del capoluogo campano, e molti napoletani allestiscono ancora il loro Presepe nelle proprie case.
Foto: pio