CARNEVALE DI FANO
1 - 3 marzo 2019
di Elia Patalano
Nel primo weekend di marzo, 1 – 3 marzo 2019, siamo stati a Fano per vivere l'atmosfera gioiosa del Carnevale, che vanta tradizioni antiche.
Arrivati in camper il venerdì sera, siamo stati accolti dal "Camper Club Fano" a cui il Comune aveva delegato la gestione dell'ampio parcheggio in via dello Scalo, nei pressi della stazione, che, per l'occasione, era stato messo a disposizione dei camperisti.
L'organizzazione è stata efficiente e l'accoglienza cordiale. Il centro facilmente raggiungibile a piedi.
Sabato mattina, in attesa dell'arrivo in camper di alcuni amici da Treviso, e altri da Tavullia, appartenenti al Club "Challenger & Chausson Camper Club Italia", abbiamo raggiunto il centro per acquistare il ticket di ingresso per assistere alla sfilata dei carri prevista per la domenica.
Arco di Augusto.
Simbolo della città, fu in epoca romana la sua principale porta d'accesso.
Databile all'anno 9 d.C., fu costruito sul punto in cui la via Flaminia s'innestava nel decumano massimo della città.
Costruito in travertino con tre aperture: quella grande centrale per carri e cavalli, e le due piccole ai lati per i pedoni.
Il sabato pomeriggio, con i nostri amici, abbiamo partecipato ad una visita guidata di Fano, la città dedicata alla Dea Fortuna, scoprendone la bellezza, la storia e la cultura, grazie al giro condotto dalla guida Manuela Palmucci che, con passione e competenza, ha saputo parlarci dei monumenti più importanti e, in particolare, del complesso di ruderi romani, venuto alla luce nei sotterranei di un ex edificio scolastico in piazza Armiani, quasi una Fano sotterranea nota come Basilica di Vitruvio, di estremo interesse storico.
Oggi, l'edificio accoglie una biblioteca civica con un ricco centro multimediale.
Cattedrale di Santa Maria Assunta, detta anche di Santa Maria Maggiore.
Ricostruita nel 1140 dopo che un incendio aveva distrutto la precedente costruzione.
L'esterno rispecchia l'originale romanico con un profilo a capanna, abbellito da un portale del XII secolo.
Palazzo Malatestiano
Costruito nel XV secolo, in stile rinascimentale, ma con diversi interventi stilistici, è stato sede dell'omonima signoria.
Attualmente ospita il Museo dell'Archeologia, della Numismatica, della Ceramica e la Pinacoteca.
Domenica mattina, ci accoglie una giornata di caldo sole, luminosa e primaverile, che ci invita ad una passeggiata sul lungomare.
L'Adriatico (l’Amarissimo come lo definì Gabriele D’Annunzio alludendo alla dominazione austriaca sulle coste orientali italiane) ci accompagna languido, con colori morbidi, fino alla Marina dei Cesari.
Locali e localini si susseguono, in porto vari pescherecci, famiglie e bambini vestiti e pronti per la festa e per assistere alla sfilata organizzata dalle scuole, con mille colori, balli, coriandoli, stelle filanti e tanta musica.
Foto di gruppo
Un ristoro durante la passeggiata
Nel primo pomeriggio, subito dopo i tre classici botti, ha avuto inizio la sfilata dei giganteschi carri allegorici.
Gli elementi tipici che distinguono Fano dagli altri Carnevali sono:
- il
Getto, ovvero il lancio di caramelle e di dolciumi dai carri allegorici, di cui parlava già una canzonetta a stampa del 1765;
Il "getto" dei dolciumi.
È una peculiarità del Carnevale di Fano.
Non coriandoli, gesso o nastri filanti, ma dolciumi: cioccolate, chicche, confetti, caramelle piovono dai carri allegorici durante le sfilate.
- la Musica Arabita, cioè un gruppo di musicisti che, oltre ai normali strumenti, utilizza oggetti di vario genere per produrre musica;
La Musica Arabita (cioè arrabbiata) è una singolare Banda musicale, nata nel 1923 da un gruppo di mattacchioni fanesi, che amava organizzare allegre serate al suono di fisarmoniche, campanacci, barattoli di latta, caffettiere, brocche, ombrelli, bottiglie, bidoni, in un'allegra parodia delle orchestre di alto livello.
- I carri, imponenti costruzioni di cartapesta e gommapiuma alte sino a 16 metri, che percorrono tre volte lo stesso viale.
Durante il primo passaggio, vengono presentati i carri allegorici; nel secondo giro, quello del getto, dai carri vengono lanciati quintali di dolciumi, con il pubblico pronto a raccoglierli con i particolari e colorati
prendigetto; l'ultimo giro, detto della "luminaria", avviene nel tardo pomeriggio, i carri s'illuminano nel buio e creano giochi di luci e colori.
Come si legge nella presentazione del programma, l'edizione di quest'anno si intitola "I colori delle Donne" e la protagonista è la donna, con le sue coloriture e gli stereotipi, pregi e difetti, problematiche e paure, tematiche trattate dalle tre madrine ufficiali della manifestazione, esemplificazioni di tre realtà: Emanuela Aureli, l'umorismo nello spettacolo, Gessica Notaro, la violenza subita e il coraggio di reagire, Annalisa Minetti, la forza e la positività di affrontare l'handicap. La Minetti, presente su un carro, si è esibita a chiusura della sfilata.
Carnevale di Fano.
È il carro di apertura della sfilata, composto da una serie di Vulòn, maschera ufficiale del Carnevale di Fano, che circondano la protagonista: la Vulona, versione femminile della maschera, spadroneggiante al centro della struttura.
Ovviamente anche i carri appositamente realizzati per questa edizione, sono dedicati al mondo femminile, a partire dal manifesto di quest'anno con la creazione della Vulona, cioè la versione femminile della maschera ufficiale del Carnevale di Fano: il Vulón, detto anche il Pupo, famoso fantoccio a cui i fanesi davano tutte le colpe scaturite dalla permissiva atmosfera del carnevale, ma delle quali avevano la responsabilità.
El Vulòn.
In piedi sull'Arco di Augusto, contornato da quadri raffiguranti la maschera originale.
Il personaggio è un antico spadaccino, armato di spada ma che finge di suonare il liuto mentre, in realtà, è tutto intento a guardarsi intorno in modo furbesco.
Il termine "Vulon", nel dialetto locale, significa persona boriosa, vanitosa, superba, spaccona e gradassa.
Il martedì grasso, il Pupo finisce nell'atavico tradizionale rogo: il fuoco spazza via tutti i peccati commessi durante il periodo carnascialesco, riconsegnando a tutti la routine della quotidianità.
La calunnia è un venticello.
Il carro vuol rendere onore al compositore marchigiano Gioacchino Rossini in occasione del 150° anniversario della sua morte.
Rossini è contornato da personaggi che richiamano le sue principali opere.
La parte più scenica è Rossini che si alza e suona un prosciutto, come se fosse un violino.
Buon compleanno pesce azzurro.
Nell'occasione dei primi 40 anni del pesce azzurro (1979-2019), questo carro propone una gigantesca torta, cuochi, pasticceri, e la bellissima regina del mare.
Tra i carri, tutti veramente interessanti, significativi sono risultati "Bolle… in gabbia" dove la donna/gabbia si libera delle bolle che rappresentano gli orpelli consumistici dell'attuale fagocitante realtà, trasformandole in farfalle, simbolo di libertà, e "UonderUoman" dove la W è sostituita dalla U volendo significare che la donna oggi combatte per superare tutti gli stereotipi che la definiscono "sesso debole".
Bolle in gabbia
La donna viene rappresentata da un'enorme gabbia metallica, simbolo del consumismo.
Uonder Uoman
Il carro celebra uno dei personaggi femminili più amati di sempre nel mondo dei fumetti: Wonder Woman.
Ma, sicuramente, vedere sfilare i carri "Viva la Frida! Viva la Revolucion!" dedicato all'artista messicana Frida Khalo e "Poesia … Pazzia" ad Alda Merini poetessa milanese, è stata una profonda emozione, un meritato omaggio a due donne che hanno combattuto la loro sofferenza comunicata attraverso la pittura e la poesia: due esempi di attaccamento alla vita nella faticosa ricerca di sé stesse e di un posto nella società.
Viva la Frida! Viva la Revolucion!
Un omaggio alla rivoluzionaria Frida Kahlo e alla sua storia ricca di dolore.
Frida Khalo (1907 – 1954), affetta da spina bifida alla nascita, spirito indipendente e passionale, riluttante verso ogni convenzione sociale, ad 8 anni subisce un doloroso incidente (un palo le aveva perforati il bacino), che condizionerà tutta la sua vita.
Nei suoi ritratti raffigura molto spesso gli aspetti drammatici vissuto e il suo forte tormentato amore per Diego Rivera, che la introduce nel partito comunista messicano.
Sul carro, riferimenti al dipinto "Le due Frida", quella abbandonata da Diego, e l'altra che cerca una sua nuova identità.
Poesia…Pazzia.
Il carro celebra la poetessa e scrittrice Alda Merini, nel 10° anniversario della sua morte.
"Se le donne sono frivole è perché sono intelligenti a oltranza" è l'aforisma di Alda Merini (1931 – 2009), che contrassegna il mini carro a lei dedicato, a dieci anni dalla sua morte.
Esordisce come autrice giovanissima, a 15 anni, ma già a 16 anni la Merini inizia il suo calvario, quando le
"prime ombre della sua mente", come ella stessa le definisce, la portano al ricovero nell'ospedale psichiatrico per un disturbo bipolare. È un’esperienza che la segna. Si sposa, ha quattro figlie, ma vive alterni periodi di salute e malattia. Nel 1979, la Merini torna a scrivere testi intensi che raccontano le sue sconvolgenti esperienze al manicomio.
"Per me la vita è stata bella perché l’ho pagata cara": scriverà in una lucida sintesi delle sue sofferenze e della sua voglia di vita e di "normalità".
Carnevale di Fano 2019: quando un evento di divertimento e di svago, diventa occasione per approfondire e dibattere tematiche sociali dalle mille sfumature al fine di "accendere i riflettori sulla figura femminile che troppo spesso è protagonista di episodi di violenza di ogni genere", come si legge nella presentazione del programma di quest'anno.
Foto: Pio